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Il fragile divenire
Andrea GallottiPer la prima volta, Andrea Gallotti presenta un progetto che intreccia in modo organico la sua ricerca pittorica e quella scultorea, trasformandole in un unico linguaggio, coerente e pulsante. La mostra, a cura di Livia Ruberti in collaborazione con Orma Art, è ospitata negli spazi di Galleria della Chiusa, luogo di estensione e sperimentazione di gallerie collaboratrici. La selezione delle opere esposte offre alcune prospettive sulla ricerca che Gallotti dedica da anni alla complessità della funzione segnica e alle sue infinite possibilità di variazione, proponendo un dialogo intimo e rigoroso tra materia, gesto e tempo. Al centro del progetto c’è il gesto, inteso come atto primario, fondamento di ogni costruzione artistica e mentale. Gallotti ne esplora la variazione minima: lo stesso gesto, reiterato più volte, subisce piccole deviazioni, mutazioni impercettibili che rivelano una complessità inattesa. È in questa lieve discrepanza, nel “quasi uguale” che mai coincide, che la materia prende vita e restituisce la tensione profonda della ricerca dell’artista. Il gesto, sempre uguale ma sempre diverso, diventa così strumento di conoscenza, modo di abitare il tempo e di pensare attraverso la materia.L’esposizione riunisce una tela che racconta la riflessione sulla “grammatica del gesto”, sei sculture in marmo e nove opere in vetro, realizzate nell’ultimo anno. Insieme, questi lavori tracciano una costellazione visiva che indaga il senso del divenire, l’ineluttabilità del mutamento e la complessità racchiusa nella ripetizione. Il marmo, con le sue stratificazioni millenarie, richiama un tempo geologico e meditativo.
